SocialMente consapevoli!

SocialMente consapevoli!

In questa era del consumismo, ci preoccupiamo sempre di più che i nostri figli abbiano tutto e non si vedano indietro rispetto agli altri coetanei. Ma in questo “fare, dare”, spesso dimentichiamo di riflettere se “quel tutto”, é strettamente necessario e soprattutto se vi é una valenza positivamente educativa in quello che mettiamo a disposizione dei nostri bambini.

Sicuramente molti genitori si sono trovati davanti a questa domanda e molti hanno anche una consapevolezza del consumismo e dunque delle lacune educative che ne possono scaturire, ma gestire emotivamente una posizione tanto decisa, e oserei dire, controcorrente, diventa assai difficile.

Giustifichiamo così le nostre scelte, preferendo non “isolare” il bambino dagli altri, ripetendoci che il mondo digitale può essere controllato. Ecco allora che permettiamo l’uso precoce di mezzi teconologici, anche per poterci sentire sicuri, nel sapere in qualunque momento, dove si trovi e cosa nostro figlio stia facendo.

Attenzione però, non è proprio così facile questo controllo!

I dispositivi, sempre più teconologicamente all’avanguardia, possono accedere ad internet e con questo utilizzare tutte le app che esistono sul mercato. Inoltre gli smartphone e i tablet non permettono di mediare, e quindi filtrare, la navigazione come è possibile invece sul PC.

Capiamo bene, dunque, che offrire l’opportunità ai nostri figli di “rimanere social” e reperibili facilmente, comporta anche concedergli l’occasione per fare di questi mezzi un uso improprio, accedendo liberamente ad un ventaglio mediatico che non vede limiti.

Ci sono poi le convinzioni di controllo, facendosi genitore “amico”. Un’alleanza che vede la condivisione tecnologica con i figli, ma priva il rapporto del suo dovere educativo. Una magra consolazione, che allontana dalla responsabilità e dal ruolo genitoriale.

Il genitore deve mantenere una posizione e non creare una relazione orizzontale e amicale.

Anche questo, oggi, nella nostra società, é una realtà sempre più vissuta. Una credenza che vogliamo far passare come legittima per abbattere quel distacco patriarcale che fa parte della storia. Ma forse è il caso di domandarci, proprio sul piano educativo, emotivo-relazionale, quanto giova al futuro uomo e alla futura donna, la mancanza di regole e dell’aver sperimentato un limite.

Le famiglie italiane appaiono in grave difficoltà nella gestione educativa dei figli. Troppa emotività, nervosismo, limitata coesione educativa tra gli stessi genitori… e sempre più spesso ci troviamo davanti a situazioni di disagio anche importante, dove i ragazzi e le ragazze, ma ancora prima i bambini e le bambine, vengono etichettati e diagnosticati, dove le relazioni non esistono, o se presenti, spesso sono esasperate.

Credo nella necessità di porsi qualche domanda, di verificare le basi educative che offriamo, prima di medicalizzare o giudicare.

I bambini hanno bisogno di strutture educative solide.

I social offrono la possibilità di mostrarsi per qualcosa che non siamo. Questi strumenti permettono di falsare la realtà tramutandola nel mondo virtuale, creando così difficoltà nello sviluppo e nelle capacità di affrontare la vita con le sue sfide e i fallimenti, i quali si manifestano quindi sempre più ingestibili. Si accentua l’incapacità ad accettare la contrarietà, perché sui social è possibile mostrarsi e modificarsi per qualcosa che non siamo.

Sono strumenti potentissimi, ma che non sempre i ragazzi e le ragazze (che come già detto, vi entrano in contatto già in età precoci), sono in grado di utilizzare. Anche per la tecnologia è necessario un bagaglio attrezzato che i bambini e le bambine ancora non hanno, non possono avere.

I bambine e le bambine hanno bisogno di essere incoraggiati per sviluppare le personali abilità e poter quindi scegliere quelle personali e specifiche, che li caratterizzano e distinguono gli uni dagli altri, elementi fondamentali che li aiuteranno ad avere successo.

Dott.ssa Olga Piemontese

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