Le emozioni dei bambini: comunicazione amorevole

Le emozioni dei bambini: comunicazione amorevole

a cura di Olga Piemontese

La possibilità di entrare in relazione con gli altri attraverso l’esperienza della paura, predispone al fallimento della relazione, ma per di più contribuisce al lasciare un’impronta che perdurerà passando anche nelle altre relazioni e nelle generazioni.

La letteratura scientifica che si occupa delle emozioni oggi evidenzia l’uso del termine “co-regolazione” per indicare un processo bidirezionale all’interno del quale i soggetti concorrono, reciprocamente, alla regolazione dei loro stati fisiologici, emotivi e dei comportamenti.

Per quanto riguarda la relazione educativa (genitori-bambini, ma anche con altri adulti di riferimento), la co-regolazione è molto importante in quanto lo sviluppo socio-emotivo è strettamente connesso all’avanzamento evolutivo: si ha un passaggio da etero-regolazione ad auto-regolazione dove la guida sensibile dell’adulto facilita lo sviluppo di competenze e abilità nel bambino sull’autoregolazione di emozioni e comportamenti. Dunque si ha un vero e proprio processo che crea le basi per un’equilibrata crescita socio-emotiva dei bambini.

Proviamo a descrivere una serie di passaggi che potrebbero esserci utili come spunto di riflessione e occasioni per mettere in pratica azioni che ci aiutino ad entrare in una relazione educativa di qualità.

Osservazione – Prevenzione – Regolazione fisiologica – Riflessione – Riparazione: questi sono i passaggi che l’adulto che si occupa del bambino deve con impegno perseguire allo scopo di aiutarlo e accompagnarlo nel suo sviluppo.

Il sano sviluppo socio-emotivo è fondamentale per una crescita armonica e per lo sviluppo di capacità riflessive e di resilienza e in questo compartecipano tutte le emozioni, siano queste intese come positive e o negative. E’ assai necessario, per lo sviluppo emotivo, poter entrare in relazione con ogni sfumatura emotiva e i bambini per poterle attraversare hanno necessità di una guida sicura ed empatica.

Per l’adulto che si appresta a questo tipo di relazione, implica la consapevolezza e la capacità di accogliere i differenti stati emotivi dei bambini, che possono manifestarsi anche con eccessi, ma se sostenuti, diventano l’esperienza che gli permetterà di apprenderne le modalità e quindi fortificare lo sviluppo e la conoscenza della propria emozione.

“E’ importante trasmettere ai figli amore, presenza ma anche fermezza, per muoversi nel mondo con sicurezza e perché no… anche un po’ di allegria.”

 La frase è estratta dal libro: “Invece di dire… Prova a dire” un vademecum contenente frasi utili ed efficaci per insegnare ai genitori a parlare ai figli con “amorevole fermezza”.

Noi siamo l’adulto e noi siamo coloro che hanno il compito di metterci in ascolto di ciò che il bambino vuole dirci con i comportamenti che ha attivato. E’ nostro dovere fermarci, respirare e mettere in pausa le personali esigenze per predisporci in ascolto.

Oltre alla capacità di metterci in ascolto, è fondamentale saper scegliere le parole adatte per comunicare con i bambini. Spesso diamo per scontato che le parole da noi utilizzate siano comprese dai bambini, dimenticando che la loro competenza è diversa dalla nostra. Abbiamo spesso la tendenza a dire ai bambini cosa “non devono fare“, ignari che in realtà questa modalità spesso porta nei piccoli ancora più confusione finendo per innescare meccanismi di scontro. Tanto per cominciare, potrebbe esserci molto utile comprendere che non possiamo pretendere atteggiamenti razionali da parte dei bambini che stanno ancora sviluppando e apprendendo tutta una serie di capacità che non sono certamente innate: spesso noi adulti abbiamo delle aspettative sui bambini che non sono realistiche perché non abbiamo chiaro quali sono i passaggi di sviluppo e i livelli di acquisizione di certe competenze. Non possiamo chiedere ad un bambino di aspettare o che ci fornisca spiegazioni razionali, non ha le capacità per farlo!

I bambini devono poter maturare un certo grado di esperienza per arrivare a potersi muovere come siamo abituati a fare noi adulti: noi adulti dovremmo metterci nei loro panni e aiutarli ad interpretare il bisogno che in quel momento cercano di manifestare.

Inoltre, non dovremmo mai dimenticare, che ogni bambino ha le proprie caratteristiche caratteriali, perciò più conosciamo i nostri bambini, più possibilità ci saranno per aiutarli a comprendere quale bisogno stanno cercando di esprimere in quel determinato momento.

 

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