“Attraverserò le correnti gravitazionali, lo spazio e la luce per non farti invecchiare…”

“Attraverserò le correnti gravitazionali, lo spazio e la luce per non farti invecchiare…”

 Battiato F., 1996: La cura.

L’esperienza che mi appresto a testimoniare è per me motivo di gioia e orgoglio, realizzazione che si è dimostrata possibile solo grazie alla pratica pedagogica clinica, ricca materia che si rivolge alla persona tenendo a cuore le peculiarità del singolo e che altrettanto poi permette di ben saperle calare nella realtà alla quale l’individuo appartiene.

Spesso le più grandi e brillanti idee nascono per caso, vivendo a stretto contatto con l’altro…così è stato anche per il progetto “Un regalo per te”, proposta educativa rivolta ad un gruppo di bambini eterogeneo del Q4 di Firenze e agli anziani dell’RSA Villa Canova.

La mia forte passione per gli albi illustrati, la profonda e attenta ricerca che porto avanti da anni e la voglia di soddisfare un desiderio radicato, mi hanno spinta a promuovere un progetto che prevedesse uno spazio intergenerazionale non tralasciando attenzioni importanti per la promozione dell’individualità.

Successivamente ad una prima proposta esclusivamente pedagogica, attivata con una collega anni prima e che mi ha piacevolmente soddisfatta, ho lasciato che l’esperienza e la voglia di rispondere alle esigenze territoriali aumentassero per poter ampliare la proposta e mettere in campo le azioni che un Pedagogista Clinico è chiamato a promuovere.

Ho conosciuto Michele e Mirko nei miei percorsi lavorativi e avendo stima del loro modo di lavorare ho pensato di condividere un grande sogno: nell’estate del 2019 abbiamo iniziato a progettare e a concretizzare la voglia di dare allo sport una nota ancora più educativa.

Il lavoro dell’associazione è coinvolto nella promozione del movimento sportivo come prassi per la prevenzione della salute e nel farlo hanno attivi sul territorio fiorentino diversi progetti che rispondono alle esigenze dei più giovani, ma anche a quelle degli anziani. 

Ci siamo intrecciati, con la loro conoscenza per i principi sottostanti allo sport e ai benefici del movimento e abbiamo condito con il sapere pedagogico clinico rivolto alla promozione dei valori educativi che risiedono alla base di buone azioni protese al benessere di ogni soggetto, per attivare un percorso che provasse a rispondere a bisogni evidenziati, ma anche a desideri nascosti.

Attraverso lo specifico progetto, “Un regalo per te”, l’intento è stato quello di avvicinare le generazioni e quindi di accorciare distanze troppo spesso presenti nei tessuti sociali. Nella convinzione che anziani e bambini possano stare bene insieme, si è altresì convinti della ricchezza che le due età così lontane tra loro possano comunque raccogliere l’una dall’altra dei benefici importanti; per i bambini vi è giovamento dato dalla possibilità di incontrare figure adulte fuori dal loro contesto familiare (o comunque abituale), sperimentare le loro potenzialità nelle esperienze di movimento e coordinazione, ascolto e accoglienza delle differenze, fino a vivere opportunità di sviluppo importanti per sapere affrontare gli eventi del percorso di vita, mentre agli anziani viene offerta l’occasione per stare a contatto con i piccoli e per poter quindi pensarsi in una progettualità volta verso il futuro, lasciandosi alle spalle la solitudine vivendo la valorizzazione di momenti nuovi e intrisi di impegno come validi strumenti per stimolare la mnesi e risvegliare il corpo avendone cura.

Guidati da azioni desunte dalle metodologie di InterArt, Musicopedagogia, MPI, da tecniche estrapolate da Edumovement e BonGeste fino a l’indispensabile azione scaturita dalle tecniche del metodo Reflecting, ogni partecipante ha potuto attingere alle proprie potenzialità e alimentare le personali abilità mettendosi in gioco e offrendo a se stesso e agli altri opportunità per consolidare nuove disponibilità. 

I bambini hanno potuto vivere attivamente l’ascolto, sperimentando e vivendo la consapevolezza del proprio corpo e condividendo con gli anziani momenti di autoregolazione fino a dimostrarsi abili nei gesti di attenzione e cura dell’altro. Per gli anziani è stato altresì possibile uscire dal grigiore del quotidiano per tingere con colori accessi un’età che li trova spesso assopiti e affaticati.

Le emozioni e le parole raccolte nel momento di ritrovo e condivisione, hanno ben testimoniato quanta ricchezza è stata sconvolgere la routine; per me invece il prezioso dono che mi ha portato a confermare nuovamente che il potenziale della condivisione e compartecipazione è un immenso tesoro di accrescimento, dunque una valida risposta per promuovere una comunità educante.

Le manifestazioni legate alle esperienze che si sono appoggiate sui principi dell’arte, della musica, dell’ironia, della lettura e dei fondamenti dell’educazione sportiva mirando alla salvaguardia della salute, hanno avuto l’intento di aumentare le possibilità espressive e di narrazione di sé, permettendo il superamento di blocchi e impacci, di ansie da prestazione favorendo la gioia della condivisione, il risveglio della memoria e la positività per uno sguardo rivolto al futuro.

Il percorso è stato accompagnato dalla lettura dell’albo “L’isola del nonno” di B. Davies è edito da Giralangolo, un delicatissimo libro della letteratura per l’infanzia che tratta della relazione bambino anziano e della morte. Le attività poi si sono svolte prevedendo esperienze rivolte alla propriocezione del corpo e alla stimolazione delle capacità di regolazione e autocontrollo passando attraverso momenti di gestualità in campo vuoto per poi promuovere attività sempre più strutturate che hanno visto la realizzazione di un oggetto che è stato portato in dono agli anziani. Passando per il piacere del fare e per la fiducia relazionale, ogni soggetto ha potuto ampliare la propria espressione e vivere opportunità importanti per sentirsi parte di un insieme, mirando al fondamentale obiettivo di destrutturare le tendenze sociali che porterebbero a rimanere nelle caselle dei gruppi mono-generazionali e dove spesso gli anziani sono destinati ad essere dimenticati. Inoltre, altra ricchezza assai importante, è stata offerta proprio dalla lentezza della senilità, la quale ha permesso ai bambini un tempo lento, dove si sono sentiti chiamati autonomamente a modularsi sulle diverse abilità dell’anziano, abbattendo i pregiudizi e apprezzando l’altro come persona. 

Azione che impegna continuamente un Pedagogista Clinico è quella di sensibilizzare alla buona educazione e ai principi di condivisione.

Permettere di sperimentare attività ludico motorie appositamente pensate e calibrate per le esigenze dei partecipanti, al fine di risvegliare una vitalità forse sopita per gli adulti e al contempo permettere di regolare e apprendere un autocontrollo da parte dei bambini, è la bussola che ha stimolato la metodologia che si è appellata ai principi di spiralizzazione pedagogico clinici intrecciandosi al prezioso supporto e obiettivo che lo sport e il movimento ludico dell’associazione sportiva portano avanti nella loro azione quotidiana.

Questa prima proposta è stata intesa come progetto pilota, esperienza che, usciti dal caos pandemico, sarà senz’altro riproposta e ampliata per sempre meglio rispondere e soddisfare le realtà e le necessità educative che possono scaturire dalle azioni stesse, ma anche dalle circostanze che come professionista incontro. Impegno fondamentale della Pedagogia Clinicaπχ e che come professionista attivo mi propongo rimane quindi quello di valorizzare il territorio, le strutture che ne fanno parte e sensibilizzare le nuove generazioni fino a sostenere le età più avanzate. Solo attraverso un impegno costante e attento ai bisogni educativi di ciascuno sarà possibile promuovere una società coesa e accorta; attingere dalle realtà del territorio deve, a mio avviso, diventare sempre più il nuovo modo di fare educazione, perché è senz’altro attraverso le esperienze attive che le generazioni si permettono continuità e intreccio, base fondamentale per uno sviluppo armonioso.

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